Intorno a questo nucleo in poco tempo si è aggregato un consistente numero di importanti realtà legate al mondo della cinematografia e della cultura come Re-framing home movies – Associazione nazionale per la salvaguardia e la valorizzazione dei film di famiglia e delle memorie audiovisive private, di cui anche i curatori di RI-PRESE sono fra i membri fondatori, gli archivi legati alla rete RFHM come Cinescatti di Lab80 film (BG), Società Umanitaria – Cineteca Sarda di Cagliari (CA), Superottimisti (TO), Archivio Riavvolte (RM), Lo Sguardo e la Voce (CE/NA), ma anche tanti archivi e realtà, sia nazionali che territoriali, che si occupano di cinema amatoriale, come CSC – Archivio Nazionale Cinema Impresa, 8mmezzo (LI), Cineteca dello stretto (ME), Le Foto ritrovate (FM), Mediateca Digitale della Maremma (GR), Nuovo Cineforum Rovereto (TN), Polesine Digital Memory (RO), Enece Film. Nella rete non mancano enti veneziani o regionali che si occupano di alimentare il tessuto culturale del territorio, come Archivio Carlo Montanaro – La Fabbrica del Vedere, Iuav Archivio Progetti, Microclima, Rete cinema in laguna, Venice Architecture Film Festival, Euganea Film Festival. La storia dei film Pathé Baby inizia nel 1922, esattamente un secolo fa, quando i fratelli Pathé mettono in commercio in Francia, ad appena 27 anni dalla prima proiezione cinematografica Lumière, il formato cinematografico 9.5mm, pensato in maniera specifica per un uso domestico e familiare. Il Pathé Baby è ininfiammabile: non prende fuoco come le pericolose pellicole in nitrato usate nei cinema. Il successo è grande, non solo in Francia, ma anche in Italia, grazie soprattutto a questo aspetto, ma anche alla semplicità d’uso degli innovativi set costituiti da cinepresa e proiettore a manovella, e alla qualità molto alta delle immagini. Su queste pellicole con la caratteristica “perforazione centrale”, vengono impresse scene familiari, eventi di comunità, viaggi, città, attività artigiane e manifatturiere; questi sono i soggetti privilegiati tra i primi appassionati del cinema amatoriale in formato Pathé Baby, che a Venezia trova fra i propri estimatori anche l’eclettico artista Mariano Fortuny, oltre al critico, sceneggiatore e regista Francesco Pasinetti, che girò in Pathé Baby il suo primo cortometraggio. Il formato 9.5mm fu utilizzato principalmente negli anni Venti e Trenta, per lasciare nei decenni successivi spazio ad altri supporti per il cinema amatoriale, come l’8mm e il super8.