Lo strumento culturale considerato più idoneo ad orientare in maniera ponderata e consapevole il progetto è l’ecocritica, ossia un approccio che indaga tutte le forme della cultura (letteratura, arte, cinema, musica, etc.) con l’obiettivo di comprendere e migliorare i rapporti tra esseri umani e ambiente naturale. In parallelo l’arte in tutte le sue espressioni è un fondamentale terreno di intervento per almeno due ragioni, aiuta a capire il passato, e cioè come sono state rappresentate nella storia la relazione tra umani e non-umani, e ad affrontare il futuro, usando le risorse estetiche per compensare il disagio provocato dalle radicali trasformazioni ambientali in atto. Non a caso negli ultimi anni sono stati i musei d’arte, più che quelli di scienze e storia naturale, a farsi carico di raccontare l’antropocene in chiave ecocritica. Leggere i cambiamenti climatici in un quadro, un monumento, una scultura è un modo complementare a quello della scienza e che forse ha il potere di imprimersi di più nella coscienza dei cittadini, anche di quelli più giovani che sono fatalmente quelli più interessati alla crisi.