La storia dei film Pathé Baby inizia nel 1922, esattamente un secolo fa, quando i fratelli Pathé mettono in commercio in Francia, ad appena 27 anni dalla prima proiezione cinematografica Lumière, il formato cinematografico 9.5mm, pensato in maniera specifica per un uso domestico e familiare. Il Pathé Baby è ininfiammabile: non prende fuoco come le pericolose pellicole in nitrato usate nei cinema. Il successo è grande, non solo in Francia, ma anche in Italia, grazie soprattutto a questo aspetto, ma anche alla semplicità d’uso degli innovativi set costituiti da cinepresa e proiettore a manovella, e alla qualità molto alta delle immagini. Su queste pellicole con la caratteristica “perforazione centrale”, vengono impresse scene familiari, eventi di comunità, viaggi, città, attività artigiane e manifatturiere; questi sono i soggetti privilegiati tra i primi appassionati del cinema amatoriale in formato Pathé Baby, che a Venezia trova fra i propri estimatori anche l’eclettico artista Mariano Fortuny, oltre al critico, sceneggiatore e regista Francesco Pasinetti, che girò in Pathé Baby il suo primo cortometraggio. Il formato 9.5 mm fu utilizzato principalmente negli anni Venti e Trenta, per lasciare nei decenni successivi spazio ad altri supporti per il cinema amatoriale, come l’8mm e il super8.
(Fotografia Archivio RI-PRESE)