L’Iran visto e narrato attraverso gli occhi della dissidenza, in un incontro che mescola letteratura, poesia e cronaca. È la proposta che la Fondazione di Venezia lancia per venerdì 10 marzo alle 17.30, quando a raccontare il sogno di una “Giustizia senza veli” nella sede di Rio Novo sarà la scrittrice e poetessa dissidente iraniana Bita Malakuti, allontanatasi dal suo Paese nel 2006 con destinazione Stati Uniti.
Inserito nel ciclo “Writers in conversation – Verso Incroci”, che anticipa attraverso una serie di conversazioni letterarie il Festival internazionale di letteratura “Incroci di Civiltà”, l’incontro, realizzato in collaborazione con “Una montagna di libri”, vedrà Bita Malakuti dialogare con Paola Sartore, responsabile della Comunicazione Istituzionale della Fondazione di Venezia. La conversazione si terrà in inglese con traduzione. La partecipazione è soggetta a prenotazione attraverso il link https://forms.gle/t8zFS7oeRWB2aQ1y8
Realizzata in collaborazione con Incroci di Civiltà e Una montagna di libri, l’iniziativa costituisce un’opportunità preziosa per riflettere sulle proteste tuttora drammaticamente in corso nel Paese in cui Bita Malakuti è nata e cresciuta, ma dal quale si è dovuta allontanare. Un esilio volontario contro la violazione costante dei diritti umani e civili, e di quelli delle donne in particolare, perpetrata in quel Paese, nei confronti della quale si è generato un fortissimo fronte di dissenso che ha trovato il suo più potente detonatore nella morte, nel settembre dello scorso anno, di Mahsa Amini, la ventiduenne curda arrestata dalla polizia morale di Teheran perché indossava il velo in maniera non corretta e morta tre giorni dopo mentre era ancora sotto custodia. Queste proteste, sempre meno raccontate dai media occidentali, ma anche la sua passione per la poesia e per la letteratura saranno i fulcri intorno a cui si svilupperà la conversazione proposta dalla Fondazione di Venezia il 10 marzo prossimo.
(Per partecipare: https://forms.gle/t8zFS7oeRWB2aQ1y8)