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Intelligent Venice, la più antica città del futuro

Intelligent Venice: la più antica città del futuro” è il Progetto Speciale della Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità / Venice Sustainability Foundation (VSF) realizzato per la Biennale Architettura 2025. Si tratta di una mostra senza precedenti che per la prima volta, per tutta la durata della Biennale, quindi fino al prossimo 23 novembre, vede condensato in una specifica esposizione dedicata il progetto millenario di cui Venezia è il frutto e di cui noi, oggi, siamo parte come testimoni consapevoli e attori responsabili.

Laboratorio vivente di innovazione e adattamento, Venezia è il complesso prodotto di molteplici intelligenze. La mostra è il racconto di uno straordinario progetto che ha attraversato i secoli, una storia fatta di invenzioni medievali e tecnologie contemporanee, di interventi sulla natura e antropizzazione, di strategie di sopravvivenza e resilienza, attraverso le quali si è dispiegata la capacità della città di sopravvivere a un ambiente ostile, grazie all’esercizio costante dell’intelligenza.

L’esposizione “Intelligent Venice” occupa la Tesa dell’Isolotto, sulla Darsena Grande dell’Arsenale, unico superstite di 18 squeri trecenteschi demoliti nel 1880, ed è costruita con una successione di absidi, pannelli verticali ed una spina centrale rappresentata da un lungo tavolo. L’allestimento si estende su una superficie di 500 metri quadrati e include oltre 5000 immagini d’archivio; più di 1000 mappe storiche provenienti dalle più autorevoli banche dati; oltre 3 ore di proiezioni video; 5 pannelli multimediali interattivi.

Nello spazio del Padiglione, un interno architettonico basilicale con capriate lignee, cinque Absidi delle intelligenze offrono un viaggio immersivo nella storia e nella gestione della laguna e della città: “Tempo millenario”, “Laguna regolata”, “Natura antropizzata”, “La Venezia della gente”, “Forma urbana” permetteranno al pubblico di esplorare l’evoluzione “intelligente” della città con la sua laguna – per lungo tempo le sue mura -, le invenzioni, le strategie sviluppate per la sua fruizione e per la tutela e l’accrescimento del suo patrimonio culturale, attraverso proiezioni avvolgenti e postazioni interattive multimediali, offrendo un’esperienza che unisce scienza, tecnologia e narrazione visiva.

Il Venetian Abacus, che si sviluppa per 30 metri lungo l’asse centrale della Tesa, è dedicato agli Ingegni e rappresenta gli oggetti, gli strumenti, i meccanismi e le tecnologie con cui i veneziani hanno saputo fare di un luogo apparentemente inabitabile una delle più importanti testimonianze della storia urbana globale.

Nella sezione “Veneziani di oggi e di domani”, che anima le pareti di connessione tra le Absidi delle Intelligenze, prendono invece forma le visioni e i progetti di una molteplicità di attori pubblici e privati che operano in città.

A costruire questo progetto hanno contribuito enti e istituzioni che lavorano per preservare e progettare il futuro di Venezia e della sua laguna: Almaviva, Assicurazioni Generali, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale – Porti di Venezia e Chioggia, Autorità per la Laguna di Venezia, Comune di Venezia, Conservatorio di Musica Benedetto Marcello di Venezia, Consorzio Venezia Nuova, CORILA – Consorzio per il Coordinamento delle Ricerche inerenti al sistema lagunare di Venezia, Enfinity Global, Eni, Ferrovie dello Stato Italiane, Fincantieri, Fondazione Diabete Ricerca onlus, Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMAR-CNR), Mare Technopark, Microsoft, Procuratoria di San Marco, Regione del Veneto, TIM, Università Ca’ Foscari Venezia, Università Iuav di Venezia, Venice International University.

L’iniziativa beneficia anche del supporto di Fondazione di Venezia, Alilaguna e Camera di Commercio Venezia Rovigo.

I curatori sono Benno Albrecht (Università Iuav di Venezia), Renato Brunetta (VSF e CNEL), Pierpaolo Campostrini (CORILA) e Paolo Costa (C+3C Sistemi e Strategie). Il ccordinamento scientifico è di Pierpaolo Campostrini.

 

(Fotografie di Marta Buso Photography)