Se ne è andata all’improvviso, lasciando un vuoto difficile da colmare. La scomparsa di Maria Luisa Semi ha colpito profondamente Venezia e le sue istituzioni. Fra queste anche la Fondazione di Venezia, che ha intrecciato per oltre 25 anni la propria storia con quella della prima notaio donna di Venezia. Un rapporto iniziato professionalmente con la costituzione della Fondazione, allora Fondazione Cassa di Risparmio di Venezia, e continuato per molti anni attraverso le fasi e gli eventi più significativi dell’Ente, nel quale entrò come Consigliere Generale nel dicembre del 2012, ricoprendo l’incarico con determinazione e grande forza partecipativa fino alla scadenza del mandato, nel dicembre del 2018, occupandosi anche della riscrittura dello Statuto come coordinatrice del gruppo di lavoro appositamente costituito. Maria Luisa Semi, che è stata anche Consigliere della Fondazione Venezia 2000, ha trasferito nel suo operato come membro del Consiglio Generale la stessa passione e la stessa determinazione che hanno contraddistinto per quarant’anni la sua attività di notaio. Professionista rigorosa, una vita resa piena da due figlie, due nipoti e da quello che lei stessa amava definire un “bel matrimonio” durato 46 anni, un’infanzia ed una giovinezza vissute in una famiglia che le insegnò ad essere soprattutto se stessa senza compromessi e rinunce, Maria Luisa Semi ha anche coltivato una profonda passione per la scrittura che si è tradotta nella pubblicazione di una serie di libri divenuti lo specchio della sua vita. “Con la scomparsa di Maria Luisa Semi – sottolinea Michele Bugliesi, presidente della Fondazione di Venezia – Venezia diventa oggi un po’ più povera. Ci mancheranno soprattutto la sua coinvolgente partecipazione e l’impegno portato avanti fino alla fine in tante diverse istituzioni affinché la città non smettesse mai di coltivare e testimoniare la sua unicità e la sua vivacità intellettuale e culturale. Un impegno che tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di condividere con lei idee e progetti ora ereditiamo”.