Il 42 per cento degli orfani presi incarico oggi vive con una famiglia affidataria, il 10 per cento in comunità e il 10 per cento con una coppia convivente. Solo il 5 per cento vive con una famiglia adottiva. L’83 per cento delle famiglie dei beneficiari arriva a fine mese con grande difficoltà, spesso per la necessità di circondarsi di professionisti e specialisti per supportare i bambini, come è emerso dalle interviste a chi si prende cura del minore.
La condizione socio-economica degli orfani e delle famiglie affidatarie è un altro elemento discriminante per la crescita di bambini e ragazzi che hanno subito un trauma così forte. ll 52 per cento riceve misure di sostegno al reddito, il 6 per cento il reddito di cittadinanza, il 45 per cento percepisce altre forme di supporto. L’impossibilità ad accedere agli strumenti a loro tutela, o di avere le stesse opportunità degli altri ragazzi, non fa altro che acuire ancora di più il discrimine che sono costretti a subire anche per il loro futuro.
Allarmanti sono i dati relativi ad ulteriori elementi che possono rappresentare eventuali traumi o eventi stressanti antecedenti al crimine domestico. Questi includono soprattutto la violenza assistita: fisica, psicologica, sessuale, indicando che numerosi sono i fattori e i campanelli di allarme che è urgente riuscire a cogliere come predittivi della violenza. In particolare, la violenza assistita psicologica è stata segnalata in 50 casi su 70.
L’iniziativa voluta da Con i Bambini mira a sviluppare un modello flessibile e personalizzato di intervento multidisciplinare sistemico a sostegno degli orfani speciali. Nel corso dei 48 mesi di accompagnamento competente e intenso gli obiettivi sono: costruire una solida rete affettiva e relazionale che sostenga gli orfani nella loro crescita intesa in modo olistico (scuola, supporto psicologico, sport, orientamento al lavoro, ecc.); favorire il consolidarsi di una rete a sostegno degli affidatari insieme ad associazioni, terzo settore e attori della società civile di ogni territorio e dell’intero territorio nazionale; attivare sistemi per la precoce intercettazione del rischio di violenza domestica.
La raccolta e l’elaborazione dei dati è stata realizzata dalle Ricercatrici dell’Unità di M&V e Valutazione di Impatto e dell’Unità di Sviluppo Inclusivo di ARCO, centro di ricerca del PIN – Polo Universitario della Città di Prato. ARCO collabora con l’impresa sociale Con i Bambini per condurre la valutazione di impatto dei progetti legati all’iniziativa “A braccia aperte”