Chissà in quanti ci siamo chiesti cosa faremmo e come cambieremmo il mondo se fossimo dei supereroi. Se fossimo, ad esempio, Superman, o Wonder Woman, o Spider-Man, o Batman, o Iron Man, o anche Wolverine. Se lo sono chiesti anche le ragazze e i ragazzi dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, che, grazie ad un progetto della sezione di Venezia, si sono posti proprio questa domanda: se io fossi… pensando, non a caso, a Daredevil, ossia l’alter ego di Matt Murdock, ragazzo di New York che, nel famigerato e violento quartiere di Hell’s Kitchen, riesce a salvare un uomo cieco subito prima che venisse investito da un camion. Un gesto nobile e coraggioso che gli fa perdere la vista, a causa degli effetti di una sostanza radioattiva caduta da quel camion. E lo fa diventare un supereroe. Anzi, un fumetto dentro ad un mondo d’invenzione.
Questo interrogativo, che dura lo spazio di un breve sogno ad occhi aperti e nulla più, è diventato, grazie al loro impegno, alla loro tenacia e alla loro creatività, uno spettacolo teatrale, andato in scena nel Teatro di Villa Belvedere di Mira con un meritato sold out. Il titolo del progetto, inserito nel percorso RiformArte e reso possibile grazie alla partecipazione al Bando Cultura della Fondazione di Venezia, non poteva che essere: “Se io fossi Daredevil”. A dargli forma, lavorandoci dallo scorso autunno, sono stati sedici giovani ciechi e ipovedenti, uomini e donne fra i 18 e i 35 anni, che si sono trasformati in attori e cantanti, accompagnati in questa coinvolgente avventura dalla regista Nicoletta Vicentini e dalla vocal-coach Cristina Luciani.